Il confronto fra la composizione chimica e i poteri calorifici del gas naturale e del biometano, mostra come quest’ultimo abbia caratteristiche molto simili a quelle del gas naturale che utilizziamo normalmente negli impianti domestici ed industriali.
In Europa (Francia, Germania, Svizzera, Svezia, Austria e Olanda) l’immissione in rete del biometano e il suo uso per l’autotrazione è una prassi consolidata. Questi paesi hanno definito standard tecnici sulle caratteristiche chimiche e fisiche che il biometano deve rispettare per essere immesso in rete, in sicurezza per gli impianti e gli utenti.
E anche l’Italia, si è adeguata per la regolamentazione della produzione di biometano, con la emissione del DM 05/12/2013 in attuazione del D.Lgs. 28/2011 che recepisce la direttiva 2009/28/CE e con Delibera dell’Autorità dell’Energia Elettrica, Gas e Sistema Idrico del 12/02/2015 n° 46/2015/R/Gas sono stati regolamentati gli standard tecnici a cui devono attenersi i gestori delle reti di trasporto e i costi di connessione alla stessa.
Gli impianti a biometano vengono considerati impianti a energia rinnovabile pulita in quanto non bruciano le matrici e conseguentemente, non ci sono emissioni in atmosfera, ma, attraverso un processo di digestione anaerobica, producono biometano, assimilabile per purezza al gas naturale normalmente commercializzato, che viene utilizzato poi per autotrazione o immesso nella rete locale/nazionale di gas metano.
Il biometano prodotto da ogni singolo impianto proposto è pari a circa 2.200.000 Nm3 ( impianto da 250 Nm3/h ) e, utilizzato per autotrazione, contribuisce ad evitare l’immissione in atmosfera 6.200 tonnellate di CO2, che rappresenta la quantità in plus e scaricata in atmosfera dall’uso di normali combustibili (diesel e benzina).
Il residuo della lavorazione definito “digestato”, riconosciuto come ottimo fertilizzante, verrà poi consegnato alle aziende agricole che lo utilizzeranno nella concimazione dei terreni, in alternativa ai concimi chimici commerciali.
Inoltre nel nuovo PSR (Programma di Sviluppo Rurale) del 2015/2020 verrà inserito un contributo di circa 350,00 € per ettaro destinato a quegli agricoltori che permetteranno di spandere il “digestato” prodotto dagli impianti biometano.