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Autore: Redazione
Categoria: Valutazione dei rischi
07/05/2019: Il processo di valutazione dei rischi nei luoghi di lavoro. Focus sugli obiettivi della valutazione e sugli operatori da coinvolgere. L’approccio metodologico: dall’identificazione dei pericoli alla valutazione del rischio residuo.
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Viareggio, 7 Mag – Quando può essere necessario fare una valutazione dei rischi? Quale può essere un approccio metodologico corretto? Come affrontare la riduzione del rischio?
Ancora oggi, benché la valutazione sia un momento rilevante di ogni strategia di prevenzione di infortuni e malattie professionali, è bene ricordare alcuni punti di fermi del processo di valutazione dei rischi nei luoghi di lavoro, al di là dei mutamenti normativi avvenuti in questi ultimi anni (ad esempio riguardo ai termini, scaduti nel 2013, per l’ autocertificazione nelle piccole aziende fino a 10 lavoratori).
Proprio per riportare qualche utile indicazione per le aziende, riprendiamo la presentazione del documento “La valutazione del rischio”, a cura di Maria Rosaria Libone (Azienda USL 12 Viareggio, ora Azienda USL Toscana Nord Ovest), un documento che fornisce varie informazioni introduttive al processo di identificazione, valutazione e riduzione dei rischi.
Ci soffermeremo su:
- La riduzione del rischio
- Gli obiettivi della valutazione dei rischi
- L’approccio metodologico per la valutazione
- La riduzione e valutazione del rischio finale
La riduzione del rischio
Nel documento si segnala che la riduzione del rischio può avvenire mediante adozione di:
- misure di prevenzione, dove la prevenzione è il “complesso delle misure e delle disposizioni volte ad annullare o ridurre la frequenza di accadimento di eventi dannosi (può essere individuale o collettiva)”;
- misure di protezione, dove la protezione è il “complesso delle misure e delle disposizioni volte a ridurre la magnitudo di un evento dannoso (può essere individuale o collettiva)”.
Si può poi avere:
- prevenzione primaria: eliminare o ridurre i rischi alla fonte
- prevenzione secondaria: contenere i rischi intervenendo sulle vie di propagazione o sull’ambiente (collettive)
- prevenzione terziaria: contenere i rischi intervenendo sulla persona esposta.
Gli obiettivi della valutazione dei rischi
Dopo aver ricordato l’obbligatorietà della valutazione in tutti i luoghi di lavoro dove vi sia almeno un lavoratore, Maria Rosaria Libone chiarisce quando è necessario fare la valutazione dei rischi e i suoi obiettivi.
Questi gli obiettivi della valutazione dei rischi:
- “Identificare nel modo più completo fonti di rischio
- Eliminarne alcune
- Valutare rischio residuo
- Attuare misure correttive per eliminare o ridurre il rischio
- Stabilire priorità delle azioni
- Dimostrare a organi di controllo e lavoratori che le misure attuate sono sufficienti a salvaguardare integrità lavoratori”.
E al processo di valutazione deve concorrere:
- “Il datore di lavoro che deve, comunque, dare l’avvallo
- Linea aziendale rappresentata da dirigenti e preposti (depositari di conoscenze e titolari di obblighi);
- Personale con competenze tecniche specialistiche (eventualmente per settore) coinvolgendo le funzioni tecniche della azienda (come supporto);
- Servizio di prevenzione (RSPP, MC);
- RLS (punto di riferimento e collettore di conoscenze dei lavoratori)”.
L’approccio metodologico per la valutazione
Dopo aver parlato di analisi dei rischi e di pianificazione della valutazione, nel documento viene anche presentato un approccio metodologico che viene riassunto in una slide:
Si ricorda che il processo gestionale di valutazione del rischio può essere suddiviso in varie fasi:
- “pianificazione della valutazione in collaborazione con il personale;
- identificazione dei rischi;
- individuazione delle persone a rischio, delle possibili situazioni di rischio e dei luoghi;
- valutazione del livello di rischio e decisione in merito all’adozione di misure preventive;
- adozione di misure preventive volte all’eliminazione o alla riduzione dei rischi;
- controllo e adeguamento delle misure adottate”.
E per identificare i rischi:
- “Esaminare l’attività svolta
- Esaminare le macchine, i materiali, le attrezzature e le sostanze chimiche utilizzate
- Valutare le condizioni di lavoro quanto a tutte le situazioni potenzialmente pericolose, tenendo conto che anche i visitatori possono essere vittime degli stessi rischi che minacciano il personale”.
Questi i “possibili approcci all’identificazione dei rischi:
- “Esame per aree logistiche (es. officina meccanica, falegnameria, magazzino, uffici…);
- Esame per genere di rischio (es. meccanico, fisico, chimico, biologico, organizzativo);
- Esame in base alle funzioni del personale (es. operativo, amministrativo,…);
- Esame in base all’organizzazione aziendale (es. turni, pianificazione del lavoro);
- Analisi degli incidenti verificatisi in passato (es. consultazione registro infortuni, audit…) per identificare i problemi;
- Indagine tra il personale e le persone interessate”.
Dopo aver individuato le persone a rischio (“considerare tutti coloro che possono essere vittime di incidenti. Non solo il personale fisso, ma anche il personale a contratto, i dipendenti di cooperative, i visitatori) è necessario “valutare il livello del rischio:
- Valutare le probabilità che il rischio sfoci in incidente reale e la gravità dei danni potenziali.
- Esaminare le misure attualmente in atto e la loro adeguatezza”.
E riguardo all’individuazione di rischi bisogna chiedersi:
- “È possibile rimuovere completamente la causa del pericolo?
- È possibile ridurre o controllare il pericolo (es. sostituendo taluni elementi con altri meno pericolosi)?
- È possibile prendere misure per proteggere tutto il personale interessato?
- Sono necessarie attrezzature protettive per il personale quando le misure collettive non garantiscono una tutela sufficiente?”.
Rimandiamo alla lettura integrale del documento che riporta indicazioni anche sulla consultazione del personale e che ricorda quanto sia importante la decisione sull’intervento che “prevede di stabilire prima quale sia il livello di rischio accettabile in base al quale verranno giudicati prioritari gli interventi da attuare”.
La riduzione e valutazione del rischio finale
Riguardo alla parte seconda del procedimento indicato nell’approccio metodologico, si riportano indicazioni riguardo alla modalità di adottare misure:
- “Dopo avere svolto la valutazione dei rischi, elencare le misure necessarie in ordine di priorità, quindi passare all’azione coinvolgendo nel processo i lavoratori ed i loro rappresentanti.
- Affrontare i problemi alla radice è il metodo economicamente più efficace ai fini della gestione del rischio.
- Gli interventi dovrebbero essere concordati con il personale o l’amministrazione tenuta alla fornitura e manutenzione degli immobili
- Le soluzioni elaborate vanno attuate, monitorate e valutate con cura
- Le informazioni desunte dall’indagine sulla valutazione del rischio devono essere condivise con le persone competenti”.
Riguardo poi al controllo e riesame si indica che:
- “La valutazione dell’efficacia delle misure di controllo garantisce che i rischi sono stati adeguatamente ridotti, senza tuttavia creare nuove fonti di pericolo.
- Quando avviene un cambiamento, assicurarsi che non ci siano nuovi pericoli da prendere in considerazione.
- Ripetere la valutazione del rischio se necessario.
- È importante eseguire una valutazione per individuare gli aspetti degli interventi attuati con successo o meno, per elaborare un sistema ottimale adatto”.
Si ricorda poi che possono essere necessarie specifiche valutazioni del rischio:
- “Determinate mansioni lavorative possono creare rischi diversi che richiedono specifiche valutazioni.
- La valutazione del rischio e la sua gestione non devono trascurare i pericoli per la salute e la sicurezza a cui sono esposti gruppi specifici del personale (es. …, personale esterno che deve eseguire lavori in appalto presso l’azienda)”.
Concludiamo segnalando che il documento non solo riporta uno specchietto che indica le azioni conseguenti alle diverse possibili conclusioni del processo di valutazione, ma raccoglie, a titolo esemplificativo, anche una serie di misure di prevenzione e raccomandazioni per varie tipologie di rischio ( caduta dall’alto di materiali; caduta all’alto; investimento; cesoiamento, stritolamento dovuto a intrappolamento tra parti mobili macchine e strutture fisse; urti, colpi, impatti e compressioni; tagli, abrasioni; esposizione a fiamma e temperature elevate; elettrocuzione).
RTM
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