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Autore: Redazione
Categoria: Sorveglianza sanitaria, malattie professionali
16/05/2019: Le indicazioni di alcuni interventi inerenti la realizzazione di programmi di Workplace Health Promotion nei luoghi di lavoro. Il ruolo dei medici del lavoro, la strategia comunicativa, il piano di comunicazione e l’avvio delle buone prassi.
Pisa, 16 Mag – Nella società sta aumentando l’interesse per i problemi connessi alla prevenzione, agli stili di vita tendenti a modelli di salute e benessere psicofisico. E il passaggio da un atteggiamento passivo ad un ruolo più attivo in campo preventivo favorisce la realizzazione di iniziative orientate alla promozione della salute nei luoghi di lavoro.
Abbiamo già affrontato il tema della promozione della salute nei luoghi di lavoro in molti articoli del nostro giornale, ma per facilitare le aziende a fare attivamente promozione torniamo a parlarne con riferimento ad alcuni interventi che si sono tenuti nel workshop “La Workplace Health Promotion in Toscana: potenzialità e limiti di un nuovo approccio alla salute dei lavoratori” (Pisa, 6 dicembre 2018).
Gli argomenti affrontati nell’articolo:
Il ruolo dei medici del lavoro
Nell’intervento “La Società italiana di medicina del lavoro e la promozione della salute”, a cura del Prof. Alfonso Cristaudo (Ordinario di Medicina del Lavoro Università di Pisa, Presidente Sez. Toscana SIML – Coordinatore Nazionale Commissione Permanente Formazione e linee guida SIML), si ricorda, con riferimento ad alcuni documenti della Società Italiana di Medicina del Lavoro ( SIML), che la promozione della salute è un “processo che consente alle persone di esercitare un maggior controllo sulla propria salute e di migliorarla”. E ciò “viene riassunto nel termine empowerment attraverso il quale le persone acquisiscono controllo sulla propria vita e sul proprio contesto ambientale”.
Inoltre una promozione della salute efficace “porta a cambiamenti nei determinanti della salute individuali quali i comportamenti salubri”.
Riprendiamo dalle slide una tabella relativa ad alcuni fattori causali e alla loro incidenza sul carico collettivo di malattie e disabilità (burden of disease):
Nell’intervento, che ricorda anche la storia della SIML, si indica che “finalmente si è preso atto, anche a livello del Ministero, dell’importanza del ruolo dei Medici del Lavoro (anche nella loro funzione di medici competenti) nel promuovere iniziative di tutela e promozione della salute per i molti milioni di lavoratrici e lavoratori di cui i medici competenti si occupano nei luoghi di lavoro”.
Si fa riferimento ad un protocollo d’Intesa con il Ministero della Salute e si segnala che “i principali temi sui quali è incentrata la collaborazione della SIML nel contesto del protocollo d’intesa sono:
- nell’ambito della sorveglianza sanitaria effettuata dai Medici del Lavoro: la prevenzione di malattie croniche non trasmissibili, il supporto alla adesione alle attività di screening, la promozione di corretti stili di vita
- la valorizzazione dell’approccio scientifico alla tematica della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e proposta di misure, di provata efficacia, per la riduzione dei fattori di rischio di malattia ed infortunio nei luoghi di lavoro
- la definizione e la gestione, basata su evidenze scientifiche, delle azioni prioritarie volte al controllo dei rischi lavorativi
- la definizione di un quadro normativo semplice ed efficace per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro italiani, anche alla luce delle migliori esperienze presenti negli altri Paesi ad economia avanzata
- l’analisi delle evidenze scientifiche sui rapporti tra insediamenti produttivi e salute della popolazione”.
L’importanza di una buona comunicazione
L’intervento “Il ruolo della buona comunicazione sanitaria nella WHP”, a cura di Annalaura Carducci (Osservatorio della comunicazione sanitaria- Dipartimento di Biologia Università di Pisa) ricorda alcuni effetti dell’applicazione del programma “ Workplace Health Promotion”:
- “riduzione dell’assenteismo, delle malattie croniche non trasmissibili, dei conflitti interpersonali;
- aumento del senso di appartenenza e della motivazione;
- in definitiva minori costi, maggiore produttività;
- i lavoratori veicolano verso le comunità stili di vita sani”.
Tuttavia serve una strategia comunicativa idonea ed è importante:
- “comunicare chiaramente gli obiettivi del programma
- materiali e messaggi prodotti e testati con i lavoratori
- proporre efficacemente l’offerta del programma (marketing):
- marchio e logo ben evidente in tutti i messaggi;
- uso di molteplici canali informativi;
- tempestività e continuità;
- incentivi;
- sviluppare un piano di comunicazione”.
E il piano di comunicazione presuppone:
- “costituzione di un gruppo di comunicazione (multidisciplinare, stakeholder);
- analisi dello scenario (situazione sociale, economica, politica, scenario comunicativo, conflitti di interesse, ecc.);
- individuazione degli obiettivi di comunicazione (Specific, Measurable, Achievable, Realistic, Time-based: Smart);
- definizione del target di audience (segmentazione: beneficiari, istituzioni, media, opinion leader);
- stesura del piano di comunicazione (contenuti e caratteristiche del messaggio, canali e strumenti utilizzati, tempi, risorse);
- valutazione dell’efficacia della comunicazione”.
L’avvio del programma WHP
Concludiamo riportando alcune possibili azioni di avvio del programma WHP raccontate nell’intervento “Workplace Health Promotion in Inail: l’esperienza della Direzione territoriale di Lucca Massa Carrara”.
Riguardo al progetto triennale avviato nel 2017 si riporta l’avvio delle buone prassi per l’area tematica dell’alimentazione: “non solo avvio dell’attuazione delle buone pratiche ma anche promozione della modifica delle abitudini dei lavoratori”.
Questi gli interventi informativi condotti nelle 3 sedi:
- Attuazione di convenzione con ristoranti “Pranzo sano fuori casa”
- Realizzazione di un locale adibito alla refezione in ogni sede
- Affissione di cartellonistica sui benefici della corretta alimentazione.
Invece l’avvio delle buone prassi per l’area tematica dell’attività fisica ha riguardato:
- Convenzioni o incentivi premiali per abbonamenti per palestre, piscine o centri sportivi e/o l’acquisto di abbigliamento o attrezzature sportive: 8 convenzioni attivate nelle 3 zone interessate
- Campagna informativa interna sulla promozione dell’attività fisica: affissione, in corrispondenza degli ascensori, di cartellonistica che invita a fare le scale. Realizzati 3 incontri informativi con personale Inail Dimeila e Asl 3.
- Attività del medico competente: durante la visita di sorveglianza sanitaria il Mc rileva e registra i dati del lavoratore, impiegando anche la bilancia impedenziometrica per la rilevazione dell’indice di massa corporea.
Veniamo all’avvio delle buone prassi per l’area tematica del contrasto al fumo: “non solo avvio dell’attuazione delle buone pratiche ma anche promozione della modifica delle abitudini dei lavoratori”.
Sono stati programmati interventi condotti nelle 3 sedi:
- “Percorsi di disassuefazione ai lavoratori che fumano
- Attività del medico competente (minimal advice, consegna materiale, valutazione fumatori e inserimento risultati nelle cartelle sanitarie)
- Campagna di comunicazione ed informazione (cartellonistica e aggiornamento addetti)”.
Concludiamo con alcune indicazioni sull’avvio delle buone prassi per l’area tematica del benessere organizzativo.
Ad esempio sono stati proposti:
- “Momenti di formazione sui temi del benessere e della salute mentale
- Benefit dell’impresa (assicurazione sanitaria, facilitazioni per l’accesso al credito)
- Interventi in ambito organizzativo (part-time, telelavoro, lavoro agile, banca ore, orario flessibile)
- Sostegno allo studio dei figli (contributi asili nido, acquisto libri, colonie estive, lingua straniera, borse di studio per superiori e università, bonus fine anno)”.
Rimandiamo alla lettura delle slide dei tre interventi che riportano ulteriori dettagli sulla realizzazione dei progetti di promozione della salute nei luoghi di lavoro.
RTM
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